La mobilità stagionale ha sempre caratterizzato la vita delle famiglie del Vanoi. Durante l'inverno si stabilivano in paese, mentre nel resto dell'anno si spostavano sui prati. A partire dal Settecento, questo modello economico-sociale si è consolidato, dando origine a nuclei agricoli stabili nel fondovalle, con prati situati a mezza quota.
Questa organizzazione ha richiesto una gestione attenta del territorio e del lavoro, con spostamenti continui di persone, merci e animali. Il paesaggio si è così arricchito di sentieri, percorsi e strade che hanno plasmato la vita della comunità.
Oltre agli spostamenti interni, il Vanoi ha conosciuto anche una forte emigrazione. Molti abitanti sono stati costretti a lasciare la loro terra per necessità, tra sfollati, deportati e venditori ambulanti, noti come cròmari . Non mancavano poi artisti viandanti e frescanti, che diffondevano la loro arte lungo il cammino.
Ancora oggi, seppur con modalità diverse rispetto al passato, il movimento resta una strategia essenziale per la sopravvivenza della comunità locale. Con l'abbandono dell'agricoltura di sussistenza, il Vanoi ha dovuto adattarsi, mantenendo viva la propria identità attraverso nuove forme di lavoro e connessioni con il mondo esterno.
Prà de Madègo
Situato a 1.100 metri di altitudine, Prà de Madègo è il punto di partenza ideale per esplorare l’anello…
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